Ego Te Absolvo: l'arte di Gabriele Donnini in mostra alla Rome Art Week
Per la prima volta il tatuatore romano Gabriele Donnini partecipa con una sua opera alla Rome Arte Week, importante happening d'arte contemporanea.
Gabriele Donnini, uno dei tatuatori più noti di Roma, partecipa per la prima volta in esclusiva per la Galleria Restelliartco, alla Rome Art Week.
Il Rome Art Week è un importante evento capitolino dedicato all’arte contemporanea che quest’anno si terrà dal 26 al 31 ottobre compresi alla Galleria Restelliartco in Via Vittoria Colonna 9, con modalità di fruizione anche online.
Intitolata "Ego te absolvo", l'opera di Donnini racconta il vissuto dell'artista, guardando all’esperienza carceraria non soltanto attraverso i suoi occhi, ma anche e soprattutto tramite gli sguardi e il sentire di coloro che all’interno della medesima cella lo avevano preceduto.
L'artista ha realizzato in particolare una scultura-teschio in terracotta modellata a mano, con inserti in foglia d'oro zecchino.
La superficie del cranio è ricoperta da innumerevoli scritte con pennarello a vernice, le stesse che Donnini ha riportato su un taccuino copiandole dalle pareti della cella durante il periodo della sua detenzione. Scritte come “Amo Mamma”, che nel tatuaggio carcerario fatto a croce diventa un modo per chiedere perdono alla propria madre. E poi “Don’t cry for me”, “The Fall of a man”, “Game over”, ”Je ne regrette rien” e tante altre.
La base è in legno massello dipinto. La cella è in ferro, saldata e invecchiata con acido e fiamma. La croce disegnata con penna a sfera su carta in cotone Arches da 300 gr. su supporto di legno.
L'opera di Donnini è testimonianza collettiva e voce di chi all’interno di quelle quattro mura ha odiato, si è disperato, ha giurato vendetta, ha perso le proprie illusioni, non ha finto, ha avuto fede o si è convertito, abbassando la testa davanti a quella croce che nell’opera è simbolicamente appoggiata alle sbarre in ferro che racchiudono il teschio e che attraverso il volto di un Cristo sofferente parla di comprensione e di pietà: Ego te absolvo a peccatis tuis in nomine Patri set Filii et Spiritus Sancti.
Oggi, dopo un’assoluzione arrivata nel 2017, Gabriele Donnini in parallelo alla sua attività di tatuatore, continua a sviluppare progetti a sostegno della comunità carceraria. Già durante la detenzione era nato in collaborazione con ANTIGONE LAZIO, il Progetto “AMOMAMMA”, che aveva portato per la prima volta dei corsi per tatuatori all’interno di un istituto di pena, con il duplice intento di evitare rischi igienici dovuti alla diffusissima pratica di tatuarsi in clandestinità e dare al tempo stesso una opportunità concreta di lavoro ai detenuti. Aderisce inoltre al progetto “Belli come il sole” per i figli reclusi con le detenute del carcere di Rebibbia a Roma.
photocredits: Gianni Brucculeri