Wai Kru, la giornata di rispetto agli Ajarn

28 Aprile 2020
Wai Kru 2020

Fabio Polese ci racconta il Wai Kru, la giornata dedicata al rispetto degli Ajarn, quest’anno un po’ diversa dal solito a causa del Covid-19.

Il 7 marzo scorso, al Wat Bang Phra, il Tempio più conosciuto per i Sak Yant – l'arte magica del tatuaggio sacro Thai – si è svolto il Wai Kru, la giornata dedicata al rispetto degli Ajarn, i Maestri. Una cerimonia che solitamente richiama oltre 10mila persone. Ma non quest'anno. Con l'emergenza Covid-19, infatti, l'evento è stato ufficialmente annullato.
 
Attraverso degli amici, però, all'ultimo riesco a sapere che sarà fatto lo stesso, solo per i Luksit, i discepoli. Così la mattina del 6 parto in macchina da Chiang Mai per raggiungere la periferia di Bangkok. Il Tempio dove Luang Pho Poen – il più rispettato Maestro dei Sak Yant del XX secolo – è stato Abate, dista circa settanta chilometri a nord della capitale del Paese.
 
Arrivo al Wat Bang Phra di sera, dopo dodici ore di viaggio. Sono l'unico farang, straniero. Alcune persone che mi hanno visto in altre occasioni, mi danno il benvenuto. All'interno delle varie stanze del Tempio gli Ajarn stanno già tatuando. Durante la notte, infatti, i Maestri fanno nuovi Sak Yant ai discepoli che poi verranno attivati all'alba.
 
Benedizione e trance
 
La mattina successiva, intorno alle 4, i monaci e gli Ajarn iniziano il rituale. Quando l'acqua sacra bagna i Luksit, in molti incominciano ad urlare e a diventare incontrollabili, come se fossero impossessati dalle raffigurazioni che portano sulla pelle. Per alcuni la trance è durata pochi secondi, per altri alcuni minuti, fino all'intervento dei Maestri che li hanno calmati.


 
La trance è un fenomeno molto diffuso nel mondo dei tatuaggi magici Thai. In alcuni casi, soprattutto quando i Sak Yant che si portano sulla pelle sono molto potenti, la persona tatuata può perdere il controllo per diversi minuti, soprattutto nel Wai Kru.


 
Durante questo rito, infatti, si crea un collegamento tra il mondo umano e quello ultraterreno tramite l'uso di formule magiche, preghiere, incensi, offerte agli spiriti e agli antenati. Secondo la credenza i poteri del Maestro si ricaricano, così da essere ancora usati sulla terra, mentre per i discepoli, la potenza dei Sak Yant che indossano viene riattivata.
 
Quello di quest'anno è stato sicuramente un Wai Kru diverso dal solito. Con molte meno persone, ma che ha mantenuto il rispetto e la spiritualità che contraddistingue il mondo magico dei tatuaggi sacri Thai.

 

 

 

 

Fabio Polese è giornalista, fotoreporter e scrittore. Tra i libri che ha scritto c'è "Sak Yant - Inchiostro Magico", a cui abbiamo dedicato un ampio articolo nel primo numero del nostro magazine.

 

 

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