Tony Picozzi
Artista poliedrico. Tony porta avanti la tradizione familiare, tra arte, tatuaggi e scarpe artigianali. il tutto portando Napoli nel cuore.
Cresciuto in una famiglia di artisti artigiani, Tony è l'ultimo acquisto di Alex De Pase Store Roma. In questa intervista ci racconta il suo percorso artistico e come il tatuaggio sia diventato oggi parte integrante della sua vita.
Qual è la tua storia personale?
Sono originario di San Felice a Cancello, un paesino in provincia tra Caserta e Napoli. Sono cresciuto in una famiglia di artisti artigiani, con mio nonno armiere, mio padre che fa qualsiasi mestiere, dal falegname al fabbro, dall'orologiaio al meccanico, e mia madre che aveva un negozio di artigianato dove faceva bomboniere, cornici e quadri dipinti a mano. Per questo sono sempre stato affascinato dal mondo dell'arte, già dall'asilo ricreando con papà i lavori di Art Attack, disegnando alle elementari i personaggi di Dragonball e alle medie andavo con mio zio Italo, il pittore, a fare delle estemporanee di pittura a S. Agata dei Goti. Al liceo artistico, con il mio amico Angelo, vendevamo nei mercatini di Natale i nostri quadretti dipinti e lavoravamo come performer nei locali, facendo murales e, infine, anche come ritrattisti nelle feste. Ho semplicemente portato avanti una tradizione di famiglia e il tatuaggio è solo una delle tante cose che fanno parte della mia vita.
Antonio e il tatuaggio come si sono incontrati e innamorati?
Inconsciamente. Il primo approccio è stato alle elementari, quando ci divertivamo a disegnare sulla pelle degli altri bambini. Da quel momento, il tatuaggio non è stato più di mio interesse. Venendo da una famiglia non tatuata, non ho più avuto modo di stare a contatto con questo mondo. Al liceo, invece, un mio carissimo amico, Claudio Casertano, vedendo i miei disegni, mi disse: «Pico, me fa nu tatuagg, chell che vuo tu». Fino ad allora non lo avevo mai considerato come una strada possibile, ma da lì in poi capii che era quello che poteva davvero piacermi. Così mi iscrissi al corso di abilitazione e incontrai il mio primo maestro, Raffaele Murante, che subito mi diede fiducia e si fece tatuare due chiodi sulla mano. In seguito, Claudio si fece tatuare il mio primissimo disegno, che rappresentava un serpente, simbolo del mio nome d'arte: Boa.
Il tuo percorso di apprendimento della professione: come si è svolto?
Frequentando il corso di abilitazione, sono venuto a conoscenza del MITA diretto da Alex De Pase, un corso accademico di 3 anni incentrato sullo studio del tatuaggio e dell'anatomia artistica, ma anche su altre materie come pittura, marketing, fotografia, inglese e storia dell'arte, che rendono completa la figura dell'artista. Dovendo scegliere come continuare gli studi dopo il liceo, decisi di iscrivermi e partire per Udine con l'obiettivo di migliorare me stesso e la mia arte.
Quali sono stati i tuoi artisti di riferimento e perché?
I miei artisti di riferimento sono sempre stati Dalì per la personalità, Caravaggio per le luci e la tecnica e Michelangelo per la sua magnificenza. Nel tatuaggio, sicuramente, mi sono stati d'ispirazione Alex De Pase per la sua tecnica e Kindamo per la sua rivoluzione nel mondo del chicano. Inoltre, il mio docente di anatomia Carlo Alberto Palumbo, un grandissimo pittore, mi ha dato ispirazione nel disegno grazie alla sua eccelsa tecnica. Infine, Comik, docente del MITA, mi ha ispirato tantissimo per la sua immensa bravura nel disegno e la capacità di stravolgere l'anatomia a suo piacimento.
(per leggere tutta l'intervista a Tony Picozzi e vedere altre foto dei suoi lavori, scarica gratuitamente il numero 20 de Il Tatuaggio Magazine, cliccando QUI).