Davide Pascarella

11 Maggio 2023
Davide Pascarella

Davide ha trovato ispirazione tra gli artisti italiani del passato, celebrando arte e tecnica, scoprendo il suo talento nel tatuaggio black & grey.

Da Roma a Firenze, passando per Londra e Parigi, Davide Pascarella ci racconta la sua passione per l'arte e come l'influenza di celebri artisti italiani come Michelangelo e Caravaggio abbia plasmato la sua carriera. Dopo aver esplorato diversi stili e tecniche, si è specializzato nel realismo in bianco e nero, trovando ispirazione e successo all'estero.

La tua passione per l'arte nasce sin da piccolo: quali erano gli artisti che ti piacevano e cosa ti colpiva?
 
La mia passione per l'arte me l'ha trasmessa la mia famiglia. Fin da piccolo, la domenica era dedicata alla scoperta di Roma; ogni domenica un museo nuovo, restavo ammaliato dalla bellezza di ciò che l'uomo potesse fare e che, in un certo senso, si potesse vivere in eterno: dopotutto la creazione è ciò che ci rende più simili a Dio. Questa cosa mi rimase anche da adolescente, quando le gite iniziai a farle da solo, cercando la bellezza anche nelle piccole cose e girando per i posti più suggestivi del Centro Italia... Finché non scoprii le bellezze della Toscana e di Firenze! I miei artisti preferiti hanno tutti in comune il fatto di essere passati per la terra di Lorenzo il Magnifico, che si tratti di opere o di vita. Primo tra tutti Michelangelo Buonarroti, di lui ammiro l'ossessione nella sua arte, la maniacale attenzione al dettaglio e come riesca a rendere soffice il marmo. Nei tatuaggi cerco di mettere sempre quel dettaglio in più che rende vivo il lavoro. Secondo - e non da meno - Michelangelo Merisi detto Caravaggio, sono appassionato di pittura ad olio fin da bambino e amo il modo in cui Caravaggio gioca con le ombre e le luci. Avendolo studiato a fondo nella pittura ad olio, cerco sempre di applicare uno dei suoi principi fondamentali, ovvero usare tanto nero e tanto contrasto: si deve capire chiaramente dove c'è la luce e dove c'è ombra. Potrei elencare centinaia di artisti che mi hanno lasciato un segno, non solo artistico ma anche morale, sentendomi legato anche in parte a Modigliani, un italiano ritrovatosi solo in una Parigi troppo all'avanguardia per lui. Diciamo che l'artista che mi ispira di più è quella tavolozza di talento e sentimento che è l'Italia.


Catrina_Pascarella

Ti sei diplomato in grafica…
La mia passione per la pittura ad olio e per le arti non trovò appoggio dalla famiglia, o meglio non trovò fiducia. In effetti, in Italia ci sono pochi pittori e scultori che riescono a vivere di questo mestiere, non siamo tutti Jago, ahimè. Quindi, non venendo da una situazione agiata, optammo per un connubio tra arte e tecnologia per essere al passo con i tempi. La grafica mi ha dato molte basi per le impostazioni visive dei lavori, ma mi mancava quella concentrazione e la capacità di creare.

Il tatuaggio è arrivato qualche anno dopo: per quale motivo?
Il tatuaggio è arrivato prima sulla mia pelle, con il primo tattoo fatto al compimento dei miei sedici anni. Diciamo che se convincere la mia famiglia che l'arte era una professione con cui si poteva guadagnare era stata un'impresa, convincerli che la carriera di tatuatore fosse altrettanto valida fu un'odissea. Per fortuna, ho avuto un amico che già faceva tatuaggi e che mi ha avvicinato a questo mondo. Abbiamo cercato di progredire insieme piano piano: lui è riuscito ad entrare in uno studio molto famoso di Roma, mentre io ho cercato di fare esperienza in diversi studi qua e là, senza mai perdere la passione.

Harley Quinn-Pascarella

Quindi come si è strutturato il tuo percorso di apprendimento?
Avendo impugnato la prima macchinetta all'età di 24 anni e conseguito il diploma di abilitazione, il mio percorso è stato lungo e accidentato. Ahimè, non ho avuto nessuno che avesse la pazienza di insegnarmi. Ogni tanto andavo a trovare il tatuatore del mio quartiere, tale Giorgio Landi, ma alla fine, a parte qualche consiglio sporadico, non riuscivo a migliorare molto. Lavoravo duramente per potermi permettere di viaggiare alle varie convention e osservare i vari tatuatori, da Milano fino a Londra. Fu proprio in questa città che decisi di trasferirmi e di fare il mio debutto nel mondo professionale.

Quanto tempo a richiesto padroneggiare l'arte?
Possiamo realmente usare il termine "padroneggiare"? Non si finisce mai di imparare e di evolversi, e quando si è agli inizi, ogni ostacolo superato sembra una montagna scalata. Ormai sono 7 anni che tatuo e da 15 anni che mi appassiono a questo mondo. La difficoltà maggiore è stata capire i piccoli segreti che possono far crescere un artista in modo esponenziale: dalla scelta degli aghi ai tipi di diluizioni da utilizzare. Molto allenamento e molto tempo sono necessari per ottenere un buon risultato, ma ancora adesso non mi accontento. Diciamo che i più grandi ostacoli sono stati superati grazie ai grandi artisti che ho potuto osservare durante le convention internazionali: ho imparato a osservare i chiaroscuri da Pasqualin e Macko in una convention a Londra, l'armonia del disegno da Torres e la cura per i dettagli da Alcantara.

Medusa-Pascarella

(per leggere tutta l'intervista a Davide Pascarella e vedere altre foto dei suoi lavori, scarica gratuitamente il numero 20 de Il Tatuaggio Magazine, cliccando QUI)

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